SPOSTAMENTI PROGRESSIVI DEL PIACERE (1974)

SPOSTAMENTI PROGRESSIVI DEL PIACERE (1974)
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Anno 1974

Paese Francia

Durata 104 minuti

Genere Drammatico

Regia Alain Robbe-Grillet

Attori Jean-Louis Trintignant, Jean Martin, Michael Lonsdale, Olga Georges-Picot, Marianne Eggerickx, Anicée Alvina, Isabelle Huppert, Maxence Mailfort, Claude Marcault

Data uscita N.D.

Fotografia Yves Lafaye, Michele Ferrand

Montaggio Martine Rousseau, Bob Wade

Musica Michel Fano

Sceneggiatura Alain Robbe-Grillet

Trama
Alice, giovane e indecifrabile amica di Nora, viene accusata di averla uccisa. La polizia, infatti, la trova nell’appartamento che condivideva con la bellissima amica in un bagno di sangue. La vittima, legata con alcune cordicelle alla spalliera del letto, teneva piantate nel mezzo del petto un paio di grandi forbici. Sul pavimento il resto di una bottiglia insanguinata con le impronte della ragazza. Se l’omicidio è indubbio, la responsabilità, tuttavia, inizia a vacillare. è come appare ovvio la perversa Alice che, con i suoi giuochi deliranti e depravati, le ha risucchiato il sangue fino all’ultima goccia, spingendola o precipitandola nella morte? Oppure, come essa va insinuando, è un fantomatico quanto inafferrabile maniaco che, impossessandosi della chiave dell’appartamento invariabilmente riposta sotto lo stoino d’ingresso, aveva, poi, sfogato le sue furie bestiali sulla povera sventurata? Ma poi, era veramente sventurata la Nora? Non era forse lei, la femmina corrottissima e navigata che, nei momenti di assoluta necessità, spingeva sul marciapiede della prostituzione più infame l’acerba, spaurita ragazzina? Incarcerata, Alice non sembra affatto preoccuparsi della sua posizione assai compromessa, ma con abilità consumata, si diverte a smontare le accuse più gravi, a vanificare gli indizi più compromettenti, a far crollare, con le supposizioni, gli uomini che hanno il dovere sgradevole d’incontrarla. Perciò nel suo gioco sottile tessuto di insinuazioni, di mezze verità, di sfumate menzogne abilissimamente dosate, vengono via via coinvolti l’ispettore di polizia, il magistrato, il cappellano del carcere, le suore e, soprattutto, l’avvocato difensore: tutti costoro, non solamente perdono la prospettiva dell’omicidio, ma sono travolti al punto da sembrare colpevoli di passioni sfrenate, di crudeltà e violenze inaudite e di rapporti i più assurdi. In questo paradossale cammino verso la verità che, per l’agglomerarsi dissociato di ricordi, desideri, fantasie, diventa un gioco terribile, cade in pieno l’avvocato difensore di Alice, una donna che ha tutti i tratti somatici di Nora. Essa si identifica con la vittima al punto da subirne la stessa drammatica sorte. Nel momento della ricostruzione nel primo omicidio, tardando i componenti del tribunale, la situazione precipita. L’ispettore di polizia apre la porta dell’appartamento e ritrova l’identica scena dell’inizio: è mutata solo la vittima. Perciò la storia non ha termine; l’ispettore chiude lo spettacolo con la frase: “è tutto da ricominciare”.

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