Già vola il fiore magro (1959)
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Anno 1959
Paese Belgio
Durata 87 minuti
Genere Documentario, Drammatico
Regia Paul Meyer
Attori Pietro Sanna, Giuseppe Cerqua, Attilio Sanna, Domenico Mescolini, Luigi Favotto, Valentino Gentili, Brighella, Alice Sanna, Luigino Sartori, Renato Di Marco, Dolores Oscari, Victor Ghislain, Marie-Louisa Franco, Mela Franco
Data uscita N.D.
Fotografia Freddy Rents
Montaggio Paul Meyer, Roland De Salency, Rose Tuytschaver
Musica Arsene Souffriau
Sceneggiatura Paul Meyer
Trama
Un emigrato italiano in Belgio, Pietro, riceve la famiglia alla stazione del centro minerario di Borinage: la moglie e quattro figli. Il maggiore, Giuseppe, è destinato alla miniera, pur essendo ancora minorenne, mentre i due maschi, Attilio e Luigi, andranno, accompagnati da un ragazzo più grande, Valentino, alla scuola per emigrati, dove un maestro insegna loro i primi rudimenti del francese. La fatica è scarsamente retribuita e la chiusura di miniere non infrequente, tra uno sciopero e l’altro; in più i comprensibili problemi determinati dalle difficoltà di integrazione con i nativi. La giornata è pesante per i minatori, più spensierata per i ragazzi, che trovano nel gioco il loro svago, rotolandosi in gara con i compagni belgi giù da cumuli di carbone su cui già spunta l’erba. Mentre un gruppo di immigrati greci canta e balla in uno spazio fra le case, l’anziano Domenico – alla vigilia del suo sospirato rientro in Italia – va in giro sulle alture con il piccolo Luigi, per sintetizzargli cosa è veramente il Borinage ai loro piedi: per lui sinonimo di pericolo in miniera, di polvere nera, di lavoro pesante e di miseria. Poi a casa, in Italia, torna anche il grasso signor Brighella, mercante nero durante la guerra, diventato poi una specie di sindacalista e faccendiere tra i compatrioti.