DON VESUVIO (1958)

DON VESUVIO (1958)
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Anno 1958

Paese Italia

Genere Commedia

Regia Siro Marcellini

Attori Michael Ande, Carlo Andreucci, Nando Angelini, Corrado Annicelli, Emma Baron, Maria Pia Bernardini, Mauro Consorti, Franco D’Amico, Agostino De Filippis, Luigi De Ismone, Lorella De Luca, Peppino De Martino, Carmela Di Grado, Lauro Gazzolo, Tony Hepburn, Marisa Merlini, Mario Margnelli, Irzio Meiro Cartocci, Mimmo Poli, Giuseppe Porelli, Isa Querio, Isarco Ravaioli, Ingrid Stenn, Gino Scotti, Nino Vingelli, Nino Taranto, Enzo Turco, Leopoldo Valentini, Christian Wolf, Alberto Martinetti, Otto W. Fischer

Data uscita N.D.

Fotografia Aldo Giordani

Montaggio Edmondo Lozzi

Musica Angelo Francesco Lavagnino

Sceneggiatura Siro Marcellini, Giovanni Grimaldi, Bruno Corbucci

Trama
Napoli, nel primo dopoguerra, numerosi ragazzi vivono abbandonati a se stessi, commettendo violenze e piccoli furti. Un sacerdote, Don Mario Borrelli, decide di occuparsi di loro ed ottiene dal Cardinale il permesso di mescolarsi ai ragazzi sotto mentite spoglie per poterli più efficacemente aiutare e controllare. Si veste da povero marinaio, passa la notte in loro compagnia e si fa notare per la vivacità del suo spirito e per la naturale autorità che lo porta a dominare, tanto che gli appioppano il soprannome di Vesuvio. Riesce anche a salvare i ragazzi dalle mani della polizia, dandosi a conoscere e garantendo per loro. Alla superiore autorità giungono tuttavia notizie non del tutto gradite, per cui a Don Mario viene imposto di rinunciare al suo travestimento e di presentarsi come prete. Nel vedersi comparire dinanzi Vesuvio in veste talare, i ragazzi sulle prime credono si tratti di uno scherzo di cattivo gusto; ma quando si convincono della serietà della cosa e comprendono che Don Vesuvio (così continuano a chiamarlo) è veramente un sacerdote, il gruppo si divide: alcuni se ne vanno, mentre altri decidono di restare, tanto più che il dinamico prete è riuscito nel frattempo ad avere a disposizione una casa diroccata, in cui i ragazzi si sentono a loro agio. Sorge così, faticosamente, la casa dello scugnizzo, con pochi volenterosi che aiutano Don Mario. I ragazzi si affezionano a poco a poco al lavoro; ma spesso il denaro non basta a sfamarli. Di fronte a certi fenomeni d’incomprensione, Don Vesuvio, sfiduciato, sta per abbandonare l’impresa, ma provvidi benefattori intervengono opportunamente. I giovani dissidenti che si sono separati dal gruppo, non se ne stanno con le mani in mano: durante una festa s’introducono nella casa e rubano il denaro depositato nella cassa comune. Essi vengono però inseguiti dai derubati, che, dopo una zuffa, rientrano in possesso della somma. Nel trambusto, il più piccolo della brigata, mentre attraversa una strada, viene investito da una macchina: la sua morte all’ospedale avrà almeno l’effetto di provocare il pentimento dei dissidenti, che rientreranno nel gruppo del lavoratori.

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