LO SCAMBISTA (1986)

LO SCAMBISTA (1986)
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Anno 1986

Paese Olanda

Durata 96 minuti

Genere Commedia

Regia Jos Stelling

Attori Jim Van Der Woude, Stephane Excoffier, Josse De Pauw, John Kraaykamp, Ton Van Dort

Data uscita N.D.

Fotografia Theo van de Sande

Montaggio Rimko Haanstra

Musica Michel Mulders

Sceneggiatura George Brugmans, Hans De Wolf, Jos Stelling

Trama
In una sera nevosa, una bellissima donna scende da un treno che appare vuoto e che si ferma per pochi secondi. Deve essere caduta in errore, poiché presso ai binari c’è solo una bicocca – sperduta in una plaga senza vita – e là non vi abita che lo scambista. Lei parla francese, lui solo un misto fra tedesco e fiammingo ed ogni spiegazione è – e resterà – impossibile. L’uomo è tetro, chiuso e rude; per dormire alla meglio lei non ha, dapprima, che una poltrona, dove pensa di adattarsi per attendere il prossimo treno. Tutto le appare squallido e miserabile. Sul posto giungeranno nei giorni successivi solo il postino – per portare la paga allo scambista – e due ferrovieri a bordo di un minuscolo convoglio-navetta. L’apparizione della sconosciuta trasforma l’esistenza dello scambista: dapprima irritata e impaurita, la donna è obbligata dalle circostanze a sopravvivere in maniera sia pure elementare, mentre lui si ingentilisce un poco, sempre chiuso, tuttavia, nel suo cupo mutismo. Quando il postino – un giovanottone che ha fiutato la facile avventura – tenta un approccio, l’altro armato di fucile lo uccide, seppellendone poi alla meglio il cadavere. Passano giorni e settimane, nel silenzio e in una sorta di abulia che, poco a poco, si è impossessata della viaggiatrice. Poi il treno arriva per l’ultima volta ed è allora che lei cede allo sguardo dell’uomo ed alla richiesta che palesemente vi si legge, concedendosi a lui, per una felicità che egli mai ha provato. Con le sue valigie e avvolta nel mantello rosso, la sconosciuta sale sul vagone e sparisce per sempre. Allo scambista non rimane che ululare nella sua solitudine, ormai diventata intollerabile, sdraiarsi nel suo tugurio su di un giaciglio di muschio odoroso e lasciarsi morire. Di quella straordinaria e irreale avventura restano a lei, nel palmo della mano, un piccolo verme, un animaletto dei tanti della brughiera e, nel ventre, il germe di una nuova vita.

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