Alamo Bay (1985)
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Anno 1985
Paese USA
Durata 103 minuti
Genere Drammatico
Regia Louis Malle
Attori Michael Ballard, Gary Basaraba, William Frankfather, Jerry Giggs, Ed Harris, Martin Lasalle, Amy Madigan, Donald Moffat, Ho Ngueyen, Lucky Mosley, Truyen V. Tran, Bill Thurman, Rudy Young, Cynthia Carle
Data uscita N.D.
Fotografia Curtis Clark
Montaggio James Bruce
Musica Ry Cooder
Sceneggiatura Alice Arlen
Trama
Nell’aprile del ’75 finite le ostilità nel Vietnam, circa mezzo milione di Vietnamiti, già alleati degli Americani, si trasferirono negli Stati Uniti. Centomila di essi invasero le coste del Texas, alla ricerca di una vita finalmente pacifica ed operosa. Lavoratori tenaci, portatori di una solida cultura ma pronti ad identificarsi con il nuovo Paese, poverissimi ma anche coraggiosi, essi erano destinati a scontrarsi con diffidenze, rancori ed una palese ostilità, soprattutto per ragioni economiche: si rilevarono, infatti, pescatori fortunati e provetti, suscitando indubbi problemi di coesistenza con i locali padroncini di pescherecci in una zona non molto ricca. La concorrenza esplose alla fine in un autentico conflitto, non più a sottofondo economico, ma razziale. Da qui risse, riesumazione dei riti del K.K.K., distruzione di battelli, incendi e sparatorie. Gli ospiti indesiderati furono perfino (proprio loro!) tacciati di… comunismo. La quasi totalità degli immigrati fu, in conclusione, obbligata a trasferirsi in altri lidi (ma, probabilmente, con analoghi problemi). Solo negli anni più recenti, attenuatesi la rabbia e la tensione, un dieci per cento dei profughi tornò a vivere ed a lavorare sulla Costa. Il film getta luce su queste tristi vicende, innestandovi quella che coinvolge Dihn, l’onesto, allegro e cocciuto Vietnamita (e la barca che con il proprio sudore e la sua viva intelligenza egli è riuscito ad acquistare), il violento e coniugato Shang, un americano padrone a sua volta di un magnifico battello da pesca e Glory, amante di Shang e proprietaria del magazzino del pesce ed emporio di Alamo Bay. La storia, in un quadro di diffidenze, di risse, di odi viscerali, narra di Dinh, che con i compatrioti lavora presso Glory e suo padre Wally, ambedue favorevoli agli immigrati. Ma egli incorre soprattutto nella acerrima opposizione di Shang, a cui non solo la Banca fa sequestrare il battello (è un debitore moroso), ma la stessa Glory, che sempre ha amato, sembra togliere affetto e comprensione. Campeggiano nello sfondo lugubri croci fiammeggianti del K.K.K., finché Shang (sensibile anche alle meno politico-sindacali di un agitatore andato “in loco”), mette in atto un radicale programma di distruzioni e delitti. Nel duello finale, armi alla mano, tra lui e Dinh e nel bel mezzo di un incendio (la barca del Vietnamita, che si era rifiutato di lasciare il paese), questi ha la peggio e sta per essere finito, quando Glory piomba nel suo magazzino e, per salvare Dinh, spara sull’uomo amato.