LA CASA DELLE BRAVE DONNE (1990)

LA CASA DELLE BRAVE DONNE (1990)
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Anno 1990

Paese URSS

Durata 78 minuti

Genere Drammatico

Regia Vyacheslav Krishtofovich

Attori Inna Tchourikova, Svetlana Riabova, Macha Goloubkina, Yelena Bogdanova, Andrei Tolovbeiev, Andrei Kasianov, Igor Kvasha

Data uscita N.D.

Fotografia Pavel Lebesev

Montaggio Viatcheslav Krichofovitch

Musica Vadim Khrapatchev

Sceneggiatura Vladimir Kunin, Vyacheslav Krishtofovich

Trama
Nina, reduce da due matrimoni falliti che le hanno dato una figlia ciascuno, lavora come guida in un museo e vive con le ragazze in un appartamento moscovita. Sua madre, colpita da paresi, giace immobile a letto, con afasia e metà del corpo paralizzata e per comunicare ha una campanella. La maggiore, Lida, frutto del matrimonio con Victor, lavora in un ufficio ed ha una relazione con un uomo sposato, Andrej. La seconda, Nastja, figlia dell’ebreo Sasha Goldberg, sta con un ragazzo, Micha, che lavora con lei in un magazzino. Un coordinatore di fabbrica, Yevghenij, corteggia con cortese e galante insistenza Nina, che finisce per invitarlo a casa, ma la campanella della nonna interrompe un ben avviato idillio. Lida dovrebbe partire con l’amante, ma questi all’ultimo momento si allontana con la sua collega; Nastja scopre di essere incinta, ma non vuole saperne di sposare Micha, pur annunciando di volere il bambino. Il giorno del compleanno della nonna tutta la famiglia è riunita, ex mariti e nuovo spasimante di Nina compresi. Nastja annuncia il suo stato, suscitando reazioni contrastanti in Victor e Sasha, mentre Micha, che, ubriaco, chiede invano di vedere la ragazza, è prima picchiato e poi confortato dal servizievole e generoso Yevghenij. Partiti gli uomini, le donne cercano di confortarsi a vicenda: Improvvisamente si rompe la campanella scossa dalla nonna ed il batacchio, cadendole con chirurgica precisione in fronte, le restituisce miracolosamente il movimento ed anche la voce, con la quale, davanti alle figlie esterrefatte, intona una celebre canzone di Massenet, che evoca il rimpianto di una dolce primavera perduta.

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