CONSTANS (1980)

CONSTANS (1980)
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Anno 1980

Paese Polonia

Durata 90 minuti

Genere Drammatico

Regia Krzysztof Zanussi

Attori Tadeusz Bradecki, Zofia Mrozowska, Malgorzata Zajaczkowska, Cezary Morawski, Witold Pyrkosz, Jan Jurewicz, Marek Litewka, Ewa Lejczak, Juliusz Machulski, Edward Zebrowski, Jacek Strzem-Zalski

Data uscita N.D.

Fotografia Slawomir Idziak

Montaggio Urszula Sliwinska

Musica Wojciech Kilar

Sceneggiatura Krzysztof Zanussi

Trama
Witold, alpinista come fu suo padre morto in montagna, paracadutista da militare, ha una grande aspirazione: scalare una vetta dell’Himalaya. Finito il militare è assunto come elettricista da una ditta di Varsavia che lavora anche all’estero. Così conosce l’India, i suoi riti, il suo folklore. Al suo ritorno perde la madre, alla quale è profondamente unito. Tormentose diventano per lui le domande sulla morte e sul destino dell’uomo che da sempre lo assillano. Riparte per l’estero. Questa volta lavora a Londra per un’esposizione e qui scopre gli intrallazzi e i latrocini del suo capo e dei suoi compagni nei riguardi dello Stato. Si rifiuta perciò di firmare il foglio delle sue spese, perché falsamente maggiorate. I suoi compagni di lavoro lo sottopongono a un pestaggio, ma Witold non cambia idea. Ritornato in Polonia si scontra violentemente col suo capo, registra la conversazione, ottiene un periodo di sospensione dal lavoro, per partecipare alla spedizione sull’Himalaya. Nel frattempo distrugge la registrazione, perché fatta all’insaputa dell’interessato. Ma senza la registrazione compromettente, Witold deve farsi licenziare per partecipare alla spedizione himalayana. Alla dogana gli scoprono 200 dollari, che aveva perduto e che i suoi compagni avevano nascosto nella sua giacca a vento. La scalata svanisce per Witold. Witold non rimane solo. Da tempo è entrata nella sua vita una donna, Grazyna, un’infermiera conosciuta quando la madre di Witold era ricoverata in ospedale, con la quale convive e condivide l’avversione ad ogni corruzione. Witold si rassegna a fare l’umile mestiere di pulitore di vetri o rifacitore di intonaci di grandi palazzi, appeso a una fune nel vuoto. Questa è ormai la caricatura della sua passione alpinistica. Un giorno, mentre scalpella una facciata in demolizione, si stacca un blocco che uccide un bambino, che rincorre la sua palla. Ecco di nuovo l’esperienza del destino e della morte.

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