Fontamara (1980)

Fontamara (1980)
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Anno 1980

Paese Italia

Durata 139 minuti

Genere Drammatico

Regia Carlo Lizzani

Attori Michele Placido, Antonella Murgia, Ida Di Benedetto, Imma Piro, Antonio Orlando, Deddi Savagnone, Costantino Carrozza, Ciccio Busacca, Enzo Monteduro, Marina Confalone, Franco Javarone, Marcello Monti, Lino Coletta, Dino Sarti, Franco Ferri, Liliana Gerace, Armando Bandini

Data uscita N.D.

Fotografia Mario Vulpiani

Montaggio Franco Fraticelli

Musica Roberto De Simone

Sceneggiatura Lucio De Caro, Carlo Lizzani, Guido Celano

Trama
Fontamara è un paese della Marsica dimenticato da tutti, e i suoi abitanti – chiamati “cafoni” e considerati quali “intrattabili ribelli” – sono uomini rudi che vogliono lavorare e donne severe che sfacchinano per tutta la giornata. Invitati a scendere ad Avezzano per prendere parte a una parata fascista e, nel contempo, partecipare alla suddivisione del Fucino bonificato dai Torlonia, essi vengono presi in giro dall’avvocato concittadino Don Circostanza. Il medesimo si prende gioo di loro con il giochetto dei “cinque lustri” anziché “cinquant’anni” quando il torrente che irrigava i loro sassosi campicelli viene deviato a favore di un possidente fascista. Ma tra i “cafoni” c’è un discendente di briganti che un poco alla volta apre gli occhi. È Berardo Viola che, deciso a sposare Elvira solo dopo avere guadagnato un po’ di soldi e acquistato un pezzo di terra, ha il chiodo fisso della grande città in cui emigrare temporaneamente. Nel corso di una spedizione punitiva, i fascisti violentano Maria Grazia. Berardo finalmente si decide e parte con il minorenne Antonio, figlio di Giovanni e Maddalena, zii di Elvira che morirà dopo avere effettuato un pellegrinaggio ad un santuario mariano della montagna. A Roma, Berardo e Antonio vengono truffati da un avvocaticchio e finiscono in prigione quando, invitati al ristorante da un antifascista, vengono trovati dalla polizia con un fascio di fogli stampati alla macchia. Berardo muore in conseguenza delle torture con cui ha favorito la liberazione dell’agitatore. Antonio può tornare al paese solo dopo aver firmato una confessione con la quale si fa passare la morte di Berardo come suicidio. Ma a Fontamara è nato il giornale “Che fare?”.

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