La signora è di passaggio (1981)

La signora è di passaggio (1981)
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Anno 1981

Paese Francia

Durata 115 minuti

Genere Drammatico

Regia Jacques Rouffio

Attori Helmut Griem, Mathieu Carrière, Gérard Klein, Dominique Labourier, Jacques Martin, Pierre Michaël, Michel Piccoli, Maria Schell, Romy Schneider, Wendelin Werner

Data uscita N.D.

Fotografia Jean Penzer

Montaggio Anna Ruiz

Musica Georges Delerue

Sceneggiatura Jacques Rouffio, Jacques Kirsner

Trama
Max Baumstein, ricco industriale e presidente di un’organizzazione per la salvaguardia dei diritti umani, uccide a sangue freddo l’ambasciatore del Paraguay, da lui riconosciuto come ex-ufficiale nazista al tempo dell’occupazione di Parigi, nel corso della seconda guerra mondiale. L’inspiegabile gesto lascia sconvolti la moglie di Max ed i suoi più stretti collaboratori, ma nel corso del processo – durante il quale Max si dichiara colpevole – viene fuori il motivo di quel gesto. Ebreo, orfano di madre, Max si vede uccidere sotto gli occhi il padre dalle SA, le squadre dell’assalto naziste, e lui stesso viene reso invalido dalla stessa brutalità. Preso in cura dai coniugi Wiener, anche loro oppositori del nazismo, Max assiste all’ascesa inarrestabile di Hitler, fino a quando Michel Wiener convince la moglie a riparare a Parigi col piccolo Max. Qui Elsa e Max si trovano ben presto a condurre una vita difficile, anche per la mancanza di notizie di Michel, assistiti da Maurice, un giovane che si è innamorato di Lisa. Sarà Maurice a compiere un pericoloso viaggio a Berlino, dove viene a scoprire che Michel è stato internato in un lager. Per poter far liberare il marito, Elsa, che si è ridotta a fare l’entraineuse, si offre a Ruppert von Leggaert, un nazista addetto all’ambasciata tedesca. Ma, quando finalmente Michel ed Elsa si riabbracceranno, saranno assassinati dai sicari dello stesso von Leggaert. Al termine del processo, Max viene condannato a cinque anni con la condizionale; ma lui e la moglie, come si apprende dai titoli di coda, morranno sei mesi dopo, uccisi dallo stesso odio neonazista.

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