Sangue di zingara (1956)
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Anno 1956
Paese Italia
Durata 80 minuti
Genere Drammatico
Regia Maria Basaglia
Attori Maria Piazzai, Eloisa Cianni, Gino Leurini, Maurizio Arena, Olga Solbelli, Aldo Silvani, Nada Cortese, Nando Di Claudio, Grazia Del Prato
Data uscita N.D.
Fotografia Domenico Scala, Cesare Allione
Montaggio Jenner Menghi
Musica Michele Cozzoli
Sceneggiatura Maria Basaglia, Marcello Albani
Trama
In una regione montana sorgono i ruderi di un antico castello cui sono legate varie leggende. Verso la fine dell’ottocento un giovane agricoltore, di nome Donato, è il proprietario della terra su cui sorgono i ruderi. Donato è innamorato di Arcangela, un’adolescente che i paesani chiamano “l’innocente”, per indicare il candore infantile della sua anima, e il giovane la incontra di solito e presso i ruderi del castello. Questo casto amore espone Donato ai motteggi di Tore, il giovanotto più prepotente del paese, che a sua volta arde di una passione molto meno innocente per Teodora, una bella zingaracui è legato da un matrimonio segreto e dalla comune avidità di ricchezze. Secondo una credenza popolare, nei sotterranei del castello sarebbe stato sepolto negli antichi tempi un ingente tesoro. Tore e Teodora desiderano ardentemente di fare delle ricerche per impadronirsi del tesoro, ma la terra coi ruderi appartiene a Donato che non vuol venderla. Un brutto giorno Arcangela viene trovata morente tra i ruderi: Donato, accusato di averla uccisa, viene arrestato e tenuto lungamente in carcere prima di essere assolto per insufficienza di prove. Nel frattempo Tore ha acquistato la terra coi ruderi dalla madre di Donato ma, uscito di prigione, Donato si aggira continuamente in quei luoghi dove è morta la fanciulla amata. Questo disturba Tore, che per rappresaglia maltratta barbaramente la madre di Donato. In realtà Tore ha ucciso Arcangela che si opponeva alle sue ricerche, ed ora è furente perché si trova tra i piedi Donato. D’altra parte, Teodora ch’è stata sua complice, spinta dal rimorso, si confessa ad un sacerdote. In mezzo ai ruderi del castello alla fine s’ingaggia una lotta mortale tra Tore e Donato, che intuisce ormai la verità. Donato che sta per soccombere, viene salvato da Teodora, che nel tentativo di raggiungere i duellanti, cade dall’alto e muore. Tore viene arrestato.