Toys – Giocattoli (1992)
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Anno 1992
Paese USA
Durata 129 minuti
Regia Barry Levinson
Attori Robin Williams, Joan Cusack, Robin Wright, Michael Gambon, Donald O’Connor, Manny Portel, Steve Park, Yeardley Smith, Tommy Towmsend, Ralph Tabakin, Jack Warden, Arthur Malet, Sam Levinson, Brooks Mondae, Jonathan McGarry, Julio Oscar Mechoso, Art Metrano, Debi Mazar, Wendy Melvoin, Julie Hayden, Michaela Herbon, Clinton Allmon, Felton Anderson III, Kate Benton, Alex Bookston, Jenny Canales, Blake Clark, Jacque Lynn Colton, Shelly Desai, Martha Faulkner, Jamie Foxx, Amy Arwen Gibbins, Kevin West, LL Cool J
Data uscita N.D.
Fotografia Adam Greenberg
Montaggio Stu Linder
Musica Trevor Horn, Hans Zimmer
Sceneggiatura Barry Levinson, Valerie Curtin
Trama
Kenneth Zevo impiantò la fabbrica con la ferma convinzione che per realizzare balocchi riusciti, chi li costruisce deve divertirsi lavorando. E suo figlio Leslie, che ha recepito il messaggio paterno, prende sul serio una sola massima: “Mai prendere nulla sul serio!”. Mentre se ne va a zonzo per la fabbrica con indosso un cappotto canticchiando in diverse lingue, egli osserva raggiante la splendida realizzazione di un sogno che il padre ha coltivato per tutta la vita: “divertimento a portata di mano per tutti”. Il padre, morente, lascia la direzione della fabbrica al fratello, il generale Leland Zevo, un guerrafondaio che pensa di realizzare videogames e moderne armi giocattolo per soppiantare il reale armamentario bellico degli Stati Uniti. Ma Leslie, con l’aiuto della sorella Alsatia, di Gwen e del cugino e dei giocattoli vecchi, sgominerà il folle piano. “Non ha la minima idea di quanto sia precario il mondo”, dice Robin Williams del personaggio che interpreta in “Toys”, ultima fatica registica di Barry Levinson. “O di quanto facilmente un giocattolo possa trasformarsi in qualcosa di diverso…” Nel corso degli anni – aggiunge Barry Levinson – mi sono sentito chiedere se “Toys” fosse un film antimilitarista. La risposta è implicita nella premessa: un generale assume il controllo di una fabbrica di giocattoli. Sinora ha giocato con grossi giocattoli. Adesso si trova circondato da giocattolini. Ma “Toys” non si limita a questo. Ha più l’impronta di un racconto ammonitore. Guardo con timore al giorno in cui la generazione del Nintendo verrà a contatto con le pratiche della guerra computerizzata di domani, dove tutto diventa un gioco – l’estrema perversione dell’innocenza – o, per usare le parole del generale: “la guerra senza coscienza”.